Mazzetti domina a Sochi e Boscariol festeggia il titolo in barba agli assenti...

Il campionato Megane Trophy 2015 si è concluso ufficialmente 2 settimane fa sul nuovo circuito di Sochi, in Russia, confermando i pronostici della vigilia, ovvero Marco Boscariol e l'Hashtag Racing Team campioni, nonostante il colpo di reni finale di Marco Mazzetti che ha letteralmente dominato l'ultimo doppio appuntamento in calendario.

Il neo-campione Boscariol si è dovuto quindi "accontentare" di due secondi posti, precedendo in Gara-1 il compagno di squadra Sergio Varani e nella manches successiva il diretto rivale Cristian Riva.

Entrambe le gare non hanno regalato grossi colpi di scena ma gli errori di Rosmarino, Riva e Crespi hanno aggiunto un pò di pepe ai due round russi, contribuendo a rendere più vivaci le rispettive rimonte.

Solitamente, quando si corre, le chiacchiere stanno a zero perchè ciò che conta realmente è arrivare al traguardo con il miglior risultato possibile, perchè per guadagnare la testa delle classifiche occorrono i punti, tanti punti, e solo con il talento ed il rispetto si può sperare di centrare l'obiettivo.

A Sochi, però, c'è chi ha preferito gettare la spugna, non presentandosi alla finale con l'intento di fare un dispetto alla Direzione Gara e sminuire il risultato delle ultime due gare del campionato. Questo perchè è difficile accettare la sconfitta, ma non quella del cronometro, bensì quella ancora più importante: la sfida con sé stessi.

L'incapacità di riconoscere i propri limiti ed i propri sbagli porta sempre troppo spesso a credersi impeccabili. Poco importa se si ignorano alcune norme previste dal regolamento (o, peggio ancora, il regolamento stesso) o se in pista si guida con furbizia e strafottenza, perchè in ogni caso la colpa è sempre... "degli altri".

Chi ha chiesto spiegazioni, pubblicamente o privatamente, le ha sempre ottenute. Il confronto non è mai mancato.
Tornando a quanto scritto in precedenza, però, a Sochi c'è chi ha preferito intraprendere la strada più semplice: boicottare. Una forma di protesta che, francamente, facciamo fatica a comprendere e giustificare.

Non sappiamo se tale comportamento abbia soddisfatto appieno i piloti coinvolti, ma ciò che ci preme sottolineare è che a Sochi, per la prima volta in tutto il campionato, tutti i partecipanti hanno visto il traguardo (unico evento senza ritiri) senza rendersi protagonisti di incidenti al primo giro.
Probabilmente è stata una semplice coincidenza, però forse qualcuno degli "assenti" farebbe bene a rifletterci un pò sopra...


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